Dal IV Rapporto Annuale Domina risulta che, dal 2015 a oggi, l’incremento della presenza maschile nell'assistenza familiare è stato di quasi il 30%. Grazie a ciò nel 2021, il numero di lavoratori domestici è aumentato rispetto all’anno precedente, arrivando a 961.358 unità. Rispetto al 2015, l’aumento complessivo è di poco più di 50 mila unità (+6,3%). Se le donne hanno registrato un aumento di solo il 3,2%, l’incremento della presenza maschile è stato di addirittura il 27,9%. Di conseguenza, aumenta anche l’incidenza degli uomini sui lavoratori domestici totali.
Se fino al 2019 gli uomini rappresentavano meno del 12% del totale, la percentuale ha superato il 13% nel 2020 e addirittura il 15% nel 2021.Tra le donne, nel 2015 il divario tra colf e badanti era netto, con un rapporto di 12 colf ogni 10 badanti. Il gap è stato colmato nel 2019, arrivando ad una sostanziale parità, per poi seguire una tendenza simile nei due anni successivi, con l’aumento del 2020 e la stabilizzazione del 2021. Tra gli uomini, invece, gli operatori dedicati alla cura delle persone (badanti) sono passati progressivamente da 28mila a 41mila, registrando un +47,7%.
Gli addetti alla cura della casa (colf), hanno registrato invece un trend di calo progressivo fino al 2019, per poi crescere nel 2020 e 2021. Differente anche la provenienza: il 40,2% delle viene dall’Est Europa e il 32,3% dall’Italia, mentre tra gli uomini il gruppo più numeroso è quello dell’Asia orientale (escluse Filippine), pari al 30,4% del totale. Considerando anche le Filippine, l’Asia rappresenta oltre il 40% dei lavoratori domestici uomini. Consistente anche la componente africana, pari al 20,5% tra gli uomini (e solo il 4,9% tra le donne).
Infine, è interessante osservare come, sul territorio nazionale, la presenza femminile non sia uniforme. Mediamente, le donne rappresentano l’84,9% dei lavoratori domestici. In sette Regioni la percentuale femminile supera il 90%, con il picco massimo in Valle d’Aosta (93,4%). Sotto la media nazionale, invece, troviamo – ad esempio – Lazio e Lombardia. In Campania e in Sicilia, inoltre, la componente maschile supera il 20%.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)