Lo scorso 4 aprile il Parlamento europeo ha approvato con ampia maggioranza (490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni) la nuova direttiva sul work-life balance per migliorare i meccanismi di conciliazione vita-lavoro di chi assiste bambini o anziani non autosufficienti. Si tratta di un provvedimento vincolante per gli Stati che avranno 3 anni di tempo per adeguare le normative nazionali. Queste le principali novità: il congedo di paternità avrà una durata pari a dieci giorni e il congedo parentale non trasferibile sarà di due mesi per genitore (non quattro come previsto nelle prime versioni); sarà, inoltre, pagato almeno come il congedo per malattia. Il testo prevede inoltre che gli Stati membri fissino un compenso minimo che garantisca standard di vita adeguati e incoraggi entrambi i genitori nell’accudimento dei figli. L’Unione Europea ha previsto una clausola, non obbligatoria per gli Stati, per garantire ad entrambe i genitori il 65% del loro stipendio netto per un periodo di almeno 6 mesi. Il congedo per la cura degli anziani e non autosufficienti è stato stabilito in 5 giorni. Anche se la versione definitiva della normativa europea ha affievolito alcune delle proposte avanzate nella fase iniziale di elaborazione della direttiva, emerge comunque una maggiore sensibilità alle necessità di trovare soluzioni di lavoro flessibile che tutelino maggiormente i caregiver.