Dopo i vaccini come prima arma per frenare gli effetti più gravi del Covid 19, entra in gioco anche il Molnupiravir, prima pillola indicata per la cura dell’infezione da coronavirus a essere registrata sul pianeta: e ancora una volta è il Regno Unito ad anticipare tutti sul fronte delle autorizzazioni, come era già accaduto sul via libera alle vaccinazioni nel dicembre 2020. L’agenzia regolatoria britannica (Mhra) ha infatti sdoganato ieri l’uso come terapia standard dell’antivirale messo a punto dal colosso farmaceutico americano Merck Sharp & Dohme: potrà ora essere prescritto a chi viene testato positivo nel Regno e abbia almeno un fattore di rischio ulteriore come obesità, cardiopatie, diabete o in genere un’età superiore ai 60 anni.
Un medicinale – che agisce interferendo nella replicazione interna all’organismo del virus – che l’authority indipendente d’Oltremanica ha definito “sicuro ed efficace“, destinandolo per il momento a disposizione di chiunque, colpito da forme anche blande o moderate di Covid, debba fare i conti con condizioni di pericolo extra in grado potenzialmente di aggravare le conseguenze dell’infezione fino al ricovero in ospedale. L’indicazione della Mhra è chiara: andrà utilizzato per questa fascia di pazienti quanto prima dopo un tampone positivo.
Il governo del Regno Unito – dove i contagi hanno ripreso a viaggiare a 40’000 al giorno, seppure con un impatto molto meno grave su decessi e ricoveri – si è intanto finora assicurato 250’000 confezioni di Molnupiravir: contro le 50’000, per avere un termine di paragone, di un Paese europeo più o meno di pari grandezza come la Francia. Una domanda di omologazione della pillola antivirale Molnupiravir è stata depositata anche in Svizzera, lo scorso agosto, ed è in fase di valutazione. Intanto i contagi continuano a salire in tutta Europa.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)