È drammatica la situazione che emerge da uno studio Istat realizzato per indagare le condizioni di fragilità delle persone con più di 75 anni. L’italia, con una popolazione composta per il 23% da over-65, è il Paese più “vecchio” d’Europa. Gli over-75 sono quasi 7 milioni e di questi l’80% convive con almeno tre patologie croniche.
Come se gli «acciacchi» dell’età non bastassero, molti di questi anziani non hanno a disposizione una rete di sostegno adeguata ai loro bisogni. In totale, sono 2,7 milioni le persone costrette a vivere senza aiuti di alcun tipo. Tra i molti problemi, preoccupano le condizioni abitative sfavorevoli, la povertà diffusa, le gravi difficoltà motorie e, in generale, tutte le compromissioni dell'autonomia nelle attività quotidiane e di cura della persona.
Quella degli anziani è la categoria che ha pagato il prezzo più alto durante l’emergenza sanitaria. Si stima che dall’inizio della pandemia siano più di 70mila gli over-80 deceduti a causa di complicanze legate al Covid. Oltre ai rischi legati alla salute, la riduzione delle visite da parte dei familiari durante i periodi di restrizione e la scarsa dimestichezza con le tecnologie di videochiamata hanno contribuito ad aumentare l’isolamento degli anziani. Una buona notizia però c’è: dal 1° luglio potranno riaprire, seguendo delle linee guida dettate dagli enti locali, i centri per anziani. Questi circoli ricreativi, che spesso rappresentano l’unico punto di contatto con la società per molti anziani soli, sono stati chiusi, tranne che durante la parentesi estiva, per tutto il periodo d’emergenza.
(Fonte: tratto dall'articolo)