Da un’analisi di imaging coordinata da Jeffrey Prescott, del MetroHealth System di Cleveland, nei portatori asintomatici di mutazioni autosomiche-dominanti della malattia di Alzheimer, la connettività strutturale della sostanza bianca è alterata rispetto ai non portatori. E una connettività minore sarebbe correlata anche con gli anni stimati di insorgenza dei sintomi della demenza, sempre nei portatori di mutazioni.
I ricercatori hanno analizzato i dati da 30 portatori di mutazione e 38 non portatori, compresi nella Dominantly Inherited Alzheimer Network, tutti con capacità cognitive normali. Le analisi includevano risonanza magnetica pesata in T1, imaging del tensore di diffusione (DTI) e PET dell’amiloide, per i portatori di mutazioni.Le aree della corteccia cerebrale sono state suddivise in tre reti e la connettività strutturale di queste è stata calcolata usando il DTI. Inoltre, i ricercatori hanno usato modelli lineari generali per esaminare le differenze della connettività strutturale tra portatori e non portatori di mutazioni e la relazione tra connettività strutturale, carico di amiloide e anni stimati di comparsa dei sintomi (EYO), nei portatori di mutazioni.
Il team ha così evidenziato che i portatori di mutazioni avevano una connettività inferiore nella rete di controllo frontoparietale rispetto ai non portatori. Inoltre, i portatori di mutazioni presentavano una correlazione tra EYO e connettività strutturale della sostanza bianca nella rete di controllo frontoparietale; mentre non c’era relazione significativa tra carico di amiloide globale a livello corticale e EYO. Gli autori dello studio, dunque, hanno scoperto che una rete che collega le regioni frontale e parietale del cervello, e che è importante per l’esecuzione di compiti complessi, è maggiormente colpita da deterioramento e le persone più vicine all’età in cui ci si aspetta la comparsa dei sintomi manifestano più cambiamenti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)