Soffrire di ansia potrebbe favorire l'Alzheimer fino a più che raddoppiarne il rischio, accelerando anche il deterioramento delle funzioni cognitive in persone già di per sé ad alto rischio di ammalarsi, perché con lievi deficit cognitivi e di memoria già presenti.
È quanto emerso dallo studio dell'italiana, originaria di Ragusa, Maria Vittoria Spampinato della Medical University of South Carolina, presentato in occasione del meeting della Radiological Society of Nort America.
"La quota dei disturbi d'ansia negli individui over-60 è circa del 15%" - spiega Spampinato all'ANSA; ma il dato può salire sino a oltre il 50% per gli anziani con un lieve disturbo cognitivo già presente, una condizione che pone di per sé ad alto rischio di ammalarsi di Alzheimer vero e proprio negli anni a venire. "Dobbiamo capire meglio l'associazione tra disturbi d'ansia e declino cognitivo" - afferma Spampinato.
"Non sappiamo ancora se l'ansia stessa sia un sintomo del declino cognitivo, in altre parole, se questi anziani diventano ansiosi a seguito del peggioramento della loro memoria, o se al contrario l'ansia contribuisca al declino delle capacità cognitive. Se in futuro fossimo in grado di provare che l'ansia sta effettivamente causando la progressione del declino verso la demenza - conclude Spampinato - allora diverrebbe importante fare uno screening più intensivo dei disturbi d'ansia negli anziani".
(Fonte: tratto dall'articolo)