Il governo australiano ha deciso di rilasciare un report settimanale dei decessi e delle infezioni da Covid-19 nelle case di cura per anziani, nonostante i precedenti tentativi di mantenere segreta l'identità delle strutture con meno di cinque casi.
Il segretario del dipartimento della salute, Brendan Murphy, aveva precedentemente chiesto alla commissione Covid-19 del Senato di non pubblicare un elenco completo dei fornitori con focolai, sostenendo che la pubblicazione dei dati potrebbe distrarre dalle cure e scoraggiare il personale.
Il primo report, pubblicata sabato, contiene i nomi di 115 fornitori di assistenza agli anziani con due o più casi di Covid-19, ma omette ancora i nomi di altri 98 fornitori con un solo caso.
Rivela che ci sono 83 focolai attivi nell'assistenza agli anziani, con 454 casi residenti attivi e 166 casi personale.
Secondo Murphy: "La pubblicazione dei nomi e dei siti dei servizi di assistenza agli anziani interessati dal Covid-19 ha provocato un'attenzione e un disagio significativi da parte dei media per le famiglie dei residenti. Distoglie i servizi dalla loro risposta primaria a un'epidemia, devia le risorse necessarie e in alcune circostanze ha contribuito a una riluttanza del personale a venire a lavorare, influendo negativamente sulla capacità del servizio di fornire cure di qualità".
Murphy ha aggiunto che alcuni centri potrebbero avere un solo membro del personale infetto, il che "non costituisce un focolaio nel significato generalmente inteso del termine". Ha chiesto alla commissione di non pubblicare i nomi dei fornitori con da uno a cinque casi.
Il ministro dell'assistenza agli anziani, Richard Colbeck, ha affermato che il rapporto "Fornisce una maggiore trasparenza per i residenti e le loro famiglie sulla situazione nelle strutture per l'assistenza agli anziani. Mostra inoltre che delle 2.706 strutture di assistenza agli anziani in Australia, 213 - ovvero l'8% - hanno avuto casi di Covid-19".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)